L’arte, cos’è? Il riconoscimento del bello? Espressione di un sentimento o sensazione? O semplicemente recipiente della memoria?
Perché gli uomini primitivi ebbero l’esigenza d’immortalare sulle pareti delle caverne, scene di caccia, di viaggi, o di episodi inerenti alla loro vita?
La poesia , la prosa, non esistevano, esistevano i racconti, con il tempo messi in rima, perché non esistendo la scrittura erano più semplici da ricordare.
Quindi pittura e poesia non erano altro che un modo per preservare la memoria.
La musica non esisteva all’inizio presumibilmente, s’imitavano i versi degli animali, i suoni della natura, o si cercava di dare corpo ad un emozione, non essendo ancora formato il linguaggio. I primi strumenti musicali sono stati rintracciati, molto tempo dopo la comparsa dell’uomo, nel paleolitico.!
L’uomo del Paleolitico amava la musica. E la sapeva anche suonare utilizzando strumenti a fiato non così diversi da quelli di oggi. I ricercatori dell’Università di Tubinga (Germania) hanno recentemente ritrovato un flauto di 35.000 anni fa in una caverna nei pressi Vogelherd, nel sud est della Germania, che fu abitata dai primi uomini arrivati in Europa dall’Africa.
La forza della musica. Secondo Nicholas Conard, responsabile del team che ha effettuato la scoperta, la musica ha avuto un ruolo fondamentale nella coesione sociale dell’uomo moderno e nella diffusione dei primi concetti di “cultura” e potrebbe aver contribuito in maniera determinante alla scomparsa dell’uomo di Neanderthal, che secondo le attuali conoscenze, non ha mai sviluppato alcuna attitudine musicale. Poi con la nascita del linguaggio codificato prima, e della scrittura poi, comunicazione e memoria, hanno trovato altre forme di espressione.
Per molte credenze religiose, dall’induismo, al cristianesimo, la musica vibratoria, ha contribuito alla creazione, per gli induisti, le divinità hanno usato il suono primo, o vibrazione primordiale, il supremo OM, per i cristiani, il verbo o voce di Dio, diventato poi l’amen! Quindi non è inverosimile che una specie poco avvezza alla musica, potesse essere refrattaria alla ricerca ed allo sviluppo intellettuale!
Quindi l’arte era, memoria e comunicazione e cultura!
Si è cominciato a riconoscere e a volere esprimere la bellezza, così come veniva interpretata a seconda del livello di sviluppo intellettuale dei popoli.
Non si parlava ancora di concetti, ma di semplici raffigurazioni della bellezza, così come l’artista la vedeva, seguendo i canoni della razza di appartenenza. La natura, la bellezza umana, quasi sempre femminile, poiché sin dalla sua nascita, l’arte ha manifestato un incredibile predominanza maschile! Condizione che si è protratta fino ai primi del novecento.
Parlare di arte, è come suonare di architettura, parafrasando Frank Zappa, comunque lo si faccia, si rischia di apparire presuntuosi.
Anche se in realtà la parola presuntuoso, viene da presumere, quindi io parlo perché “presumo” di sapere, di conoscere l’argomento di cui tratto. Nel mio specifico caso, tendo a personalizzare l’intervento, “ci metto del mio” essendo un artista, parlo di quello che sento, di quello che ho sottratto alla memoria ed alla conoscenza.